DIALOGO – RIFLESSIONE SUL CARISMA CALASANZIANO OGGI.

LE SCUOLE PIE

L’ORDINE DEI PADRI SCOLOPI

CHIERICI REGOLARI POVERI DELLA MADRE DI DIO

DIALOGO – RIFLESSIONE SUL CARISMA CALASANZIANO OGGI.

IL SANTO DELLA SCUOLA PER TUTTI – L’UGUAGLIANZA NATURALE DEGLI UOMINI

Giuseppe Calasanzio è un prete spagnolo, nato a Peralta de la Sal, in Spagna, nel 1557. Dopo nove anni di ministero pastorale nella sua Diocesi, giunse a Roma nel 1592, per sollecitare l’assegnazione di un canonicato, che gli era stato promesso. Nella lunga attesa partecipa alle iniziative caritatevoli di varie confraternite, così conosce le condizioni disagiate dei ragazzi poveri e senza istruzione, che giocano per la strada, litigano e bestemmiano non frequentando nessun tipo di scuole. Rimane talmente colpito da questa situazione che chiede alle scuole rionali e parrocchiali, anche ai Gesuiti e Domenicani, che avevano scuole superiori, per provvedere all’istruzione dei ragazzi poveri, ma non ottiene nulla. Nel 1597 durante le visite caritatevoli della Confraternita della Dottrina Cristiana, scopre, nella parrocchia di Santa Dorotea in Trastevere, una scuola parrocchiale a pagamento e propone al parroco di accogliere gratuitamente anche i ragazzi poveri del quartiere, con la sua collaborazione e dei confratelli secolari della Dottrina Cristiana per l’organizzazione e il finanziamento. Così Giuseppe Calasanzio nello stesso anno 1597 inizia a Roma, in una sacrestia di Trastevere, la prima Scuola Pubblica popolare gratuita d’Europa e del mondo che, nell’Anno Santo 1600, a causa dell’aumento degli alunni, fu trasferita nel centro di Roma. È una rivoluzione culturale che il Calasanzio riesce ad operare estendendo per la prima volta in modo sistematico l’istruzione a tutti, anche ai poveri. Ma col tempo nascono i primi problemi e pensa giustamente che per risolverli definitivamente, sarebbe stato necessario istituire una  Congregazione di Sacerdoti e Religiosi, dediti in modo continuo all’istruzione gratuita, che prosegue in altre sedi, fino a stabilirsi nel 1612 nel Palazzo Torres di Piazza Massimi, (San Pantaleo) e comincia a diffondersi anche in altre città.

I Pontefici seguono il corso della nuova Istituzione e nel 1617 Papa Paolo V approva la Congregazione Paolina, e Gregorio XV nel 1622 la eleva a Ordine Religioso con Voti religiosi Solenni, il primo dei quali dedicato esclusivamente all’educazione dei ragazzi, soprattutto poveri. Questa rivoluzione pacifica è fondata sulle basi dei valori cristiani, che estendono anche ai poveri “il bene dell’istruzione”, come riconosce lo storico tedesco Ludwig Von Pastor nell “storia dei Papi”. Anche il filosofo domenicano Tommaso Campanella, che il Calasanzio conobbe e apprezzò, tanto da invitarlo a insegnare filosofia ai chierici in Frascati, rivela nella “Apologia dell’Istituzione delle Scuole Pie”: “il Calasanzio intuì nelle Scuole Pie il sorgere di una nuova realtà socio-culturale, che avviava a realizzazione il suo progetto di società rinnovata, fondata, oltre che sul principio teologico di Dio creatore, anche su quello metafisico dell’uguaglianza naturale di tutti gli uomini, a qualunque classe appartengano.”

Il Calasanzio era anche amico di Galileo Galilei, per cui mandava i giovani Padri Scolopi a studiare presso il famoso scienziato e il Padre Clemente Settimi divenne suo segretario personale, e diede molta importanza allo studio della matematica e delle scienze. L’Enciclopedia italiana Treccani sottolinea l’aspetto sociale dell’opera calasanziana, che “inizia le scuole gratuite e giornaliere che erano non di solo catechismo, ma vere  e proprie scuole per diffondere, nell’intenzione del Santo, l’istruzione anche tra i figli del popolo”. Papa Pio XII nel 1948, terzo centenario della morte, proclama il Calasanzio “Celeste Patrono di tutte le scuole popolari cristiane”, attestando che, “nel 1597 aprì a Roma la prima scuola pubblica gratuita in Europa per i fanciulli poveri e abbandonati. Altri percorsero poi lo stesso cammino; egli però tutti li precedette, umile , valoroso antesignano nell’opera santa.” L’opera del Calasanzio rappresenta la premura della chiesa per l’istruzione e l’educazione cristiana di tutti i ragazzi, anticipando di oltre due secoli l’istituzione della scuola pubblica organizzata  e finanziata dagli Stati. Il Calasanzio, arrivato dalla Spagna a Roma per un canonicato, vi rimase per sempre, per fare la volontà di Dio, come scriveva: “Ho trovato in Roma miglior strada per servire a Dio con aggiutare questi poveri figlioli, né li lascerò per cosa alcuna al  mondo.” La nuova scuola per tutti era soprattutto per i figli del popolo, ispirata dai bisogni a cui deve provvedere un’educazione popolare, perché la cultura non poteva continuare ad essere privilegio di pochi, ma era necessario che si estendesse a tutti per il progresso dell’umanità. Nonostante le difficoltà di realizzazione, allora come oggi ancora in alcune parti del mondo, dalla grande intuizione del Calasanzio fu piantato l’albero secolare per l’elevazione culturale del popolo per diffondere i valori cristiani nella società. E dire che il Calasanzio, per convincere all’inizio le autorità, indirizzò nel 1621 il suo famoso memoriale al Cardinale Michelangelo Tonti, che spalancò le porte: un istituto veramente molto degno, nobile, meritevole, comodo e utile, necessario, naturale, ragionevole, gradito, grazioso e glorioso”. Erano le parole di un Santo innamorato della propria vocazione di educatore attraverso la scuola e per mezzo delle Scuole Pie cercò di andare incontro alle necessità materiali, ma soprattutto intellettuali e spirituali dei giovani. Ricordarlo dopo più di 400 anni da quella audace realizzazione, non solo è una commemorazione doverosa, ma anche un invito a tutti gli educatori della scuola e in particolare della Scuola Cattolica, per rinnovare quella singolare esperienza avviata nel lontano 1597 e confermata dal Papa Paolo V nel 1617, che individuò nell’istruzione una via privilegiata per l’evangelizzazione dei giovani. I Padri Scolopi operano oggi in trenta Nazioni d’Europa, America, Asia e Africa. C’è uno stile ed affinità tra il Calasanzio e il Provolo che si ispira la carisma ed opera calasanziana. Entrambi rinunciano alla carriera ecclesiastica per consacrarsi all’Educazione e Istituzione dei più bisognosi. Li guida l’Amore per la verità diventandone testimoni e guide negli Istituti da loro fondati.

IL CARISMA CALASANZIANO

EDUCARE OGGI ATTRAVERSO LA FEDE

Nella vita e nella mente del Calasanzio, le Scuole Pie nascono per rispondere ad esigenze ecclesiali e sociali del tempo. Oggi queste esigenze, urgenti o meno, si caratterizzano per il vasto complesso “fenomeno della Postmodernità”. Infatti dopo le grandi rivoluzioni scientifico – tecnica, industriale, politica e culturale, il mondo ha avuto un progresso impensato, vivendo la modernità! Ma questa, non soddisfa le aspettative profonde della persona. Si perde la fiducia nel progresso, nella ragione, nelle strutture, nella storia, nella politica, nell’etica. Quasi tutto diventa relativo e soggettivo, sia il personale che il sociale. Le novità che ne derivano in questo processo incidono nel nostro ambito educativo: nascono nuovi valori antropologici, spunta una cultura emergente emanazione dei cambiamenti accelerati della postmodernità. L’accento culturale ed educativo si sposta su temi come la vita, la famiglia, la religione, la pace, i diritti umani, l’analfabetismo, l’ecologia, il nuovo ordine economico. Un mondo complesso, ma reale: affrontarlo partendo dal nostro carisma e ministero vuol dire fare e costruire una Nuova Educazione. E questa nuova educazione passa per cammini sorprendentemente calasanziani che favoriscono l’educazione alla fede, l’educazione integrale, la promozione umana. Gli Scolopi attraverso il loro carisma sono la mediazione privilegiata in questa società assetata di vera crescita umana e culturale. Crediamo nella validità del motto Pietà e Lettere, Fede e Cultura, per portare a popoli e culture diverse questa “Nuova Evangelizzazione”. Oggi più che mai ci sono delle sfide che interpellano gli Scolopi e tutti gli insegnanti che diventano una vera e propria “urgenza educativa”: in primis la frammentazione dei valori, la cultura dell’edonismo, del consumismo, del relativismo e soggettivismo, la delusione e la deformazione dei valori etici e sociali, non più un punto fermo ma labile. Crisi dell’istituzione Famiglia, disgregazione della famiglia. La separazione tra Fede e cultura è il dramma del nostro tempo. Un secolarismo che ignora la fede e la trascendenza. Il Relativismo della fede. Nella modernità, la persona si è sentita vuota dentro; nella postmodernità, senza orizzonte!

CONTESTO E PRESENZA DEL CARISMA CALASANZIANO

Nel contesto socio-culturale, politico e storico come quello attuale, alla ricerca della propria identità, disorientato nei valori e povero nei contenuti progettuali, resta valido nella sua interezza il carisma calasanziano che, nei contenuti, forma integralmente la persona come cittadino e cristiano. Il Calasanzio e la sua opera, dopo più di 4 secoli, mantengono infatti la loro perennità. I contributi caratteristici del carisma calasanziano impressi nella storia (e direi nell’ordinamento sociale e scolastico) sono e restano un sistema pedagogico valido e moderno più che mai.

Eccoli:

  • Scuola gratuita per tutti
  • Integrazione delle classi sociali
  • Educazione sin dai più teneri anni (vedasi Scuola dell’Infanzia)
  • Libertà e scelta educativa dei genitori nello scegliere la scuola e il tipo di istruzione per i propri figli
  • Superamento della dicotomia Cultura/Fede col motto calasanziano Piettas e Litterae
  • Difesa del diritto inviolabile di ogni uomo ad un’educazione integrale e libera
  • Obbligatorietà dell’istruzione per tutti, con l’intervento delle pubbliche autorità
  • Riconoscimento delle capacità, diritti e doveri dei laici cristiani come educatori nella fede, integrati coi religiosi, testimoni e collaboratori della verità
  • Libertà ed indipendenza dell’insegnamento e delle coscienze rispetto ad ogni possibile imposizione o condizionamento della politica al potere
  • Delineazione della figura dell’Educatore come cooperatore della verità, nel rispetto della verità e del progetto di uomo presente in ogni bambino – alunno.
  • Rifiuto di ogni forma di Statalismo scolastico
  • Accesso ai contributi scolastici del MIUR per le scuole paritarie cattoliche
  • La compiuta parità scolastica delle scuole cattoliche e la libertà di scelta educativa genitoriale con il costo standard per studente

L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE

L’educazione anche la più qualificata, non termina mai! La sintesi Pietà e Lettere è un processo parallelo alla vita e si identifica con essa. Di qui sorge l’impegno a prendersi cura dei nostri alunni, ex – alunni ed ex allievi. Si constata qualche volta, nonostante tanti loquaci del multiculturalismo, un’estesa ignoranza delle nostre radici storiche, culturale e religiose che permea ogni ceto e categoria sociale. La vera educazione, in quanto tale, deve promuovere la formazione integrale della persona umana, in vista del suo fine ultimo per il bene della società, di cui l’uomo è membro ed in cui da uomo adulto, libero e maturo, avrà mansioni da svolgere. L’educazione dell’uomo ad una cultura integrale, deve tener fermo il concetto della persona umana INTEGRALE in cui eccellono i valori del discernimento, dell’intelligenza, della volontà, della coscienza e della fraternità che sono fondati tutti in Dio creatore. La scuola calasanziana nella sua azione educativa considera fondamentale la fase dei primi anni del bambino; dà il PRIMATO all’educazione sull’istruzione, tende verso una QUALITA’ TOTALE, anche mediante l’uso di nuove tecnologie; favorisce soprattutto la crescita della coscienza dell’alunno, è aperta alla società, alla solidarietà, sviluppando una forte azione sociale. Oggi, come ieri, l’educazione è il fondamento della persona, della famiglia e della società. Consapevoli della nostra delicata missione di educatori, sensibili alle esigenze dei tempi, ci impegniamo in un’educazione nuova, generatrice di una cultura, i cui valori umanizzano e personalizzano un cammino nuovo che crea uomini nuovi per mezzo dell’educazione fondata sull’umanesimo cristiano, che ispirò San Giuseppe Calasanzio.

I PROTAGONISTI DELL’EDUCARE

Il problema della formazione, dei ragazzi e giovani nell’era dell’informazione spesso selvaggia, diseducativa e priva di adeguati filtri, è oggi più che mai grave ed urgente e merita una seria riflessione. San Giuseppe Calasanzio, spinto dallo Spirito – Santo, dedicò tutte le sue energie materiali e spirituali per l’educazione integrale dei bambini, ragazzi e giovani – soprattutto più poveri e bisognosi. Oggi questo compito è affidato, nella sua fragilità, alla famiglia e alla scuola, che non godono certo di sana e robusta salute. Le troppe riforme, qualche volte calate dall’alto e unilaterali, hanno snaturato in parte il ruolo e la missione – vocazione dei genitori e insegnanti. Di conseguenza il dialogo – comunicazione educativa si è interrotto. Se la famiglia e la scuola vengono meno alla loro funzione, missione, ed identità che le caratterizza, le nuove generazioni ne soffrono al presente e con conseguenze in futuro. I primi educatori sono i genitori che fanno ciò come dono al figlio, ai figli (matrimonio e patrimonio nel loro significato più antico, significano dono della madre e del padre e non solo di beni materiali). Subito dopo viene il docente/maestro, cioè colui che, in virtù delle cognizioni e delle esperienze acquisite, risulta all’altezza di contribuire in tutto o in parte all’altrui preparazione e formazione con abilità, competenza ed originalità. Il maestro calasanziano è un “esperto della vita” e della disciplina che insegna. Sia i genitori che i maestri devono prepararsi per poter dare quel di più che li rende educatori. Nel campo scolastico si era parlato delle famose tre “i”: inglese, impresa, informazione. Sono certamente degli strumenti utili ma sempre degli strumenti. Prima viene la formazione integrale, le competenze professionali vengono dopo e questa nella scelta dei valori e degli obiettivi educativi – scolastici. Piettas et Litterea, fede e cultura, era ed è l’obiettivo carismatico – calasanziano di formazione spirituale, culturale, umana e sociale dei giovani. Oggi c’è palese sofferenza conflittuale tra la famiglia ed altre istituzioni educative, si applica la teoria dello SCARICABARILE, attribuendo ad altri la responsabilità e competenze proprie. Queste crisi conflittuali tra istituzioni suscita “scandalo e smarrimento” nelle fasi di crescita e maturità dei giovani. Ta le cause che ne conseguono possiamo trovare i seguenti punti:

  • Una forma strisciante di bullismo, mobbing e teppismo scolastico
  • La non accettazione di regole di convivenza e vita scolastica
  • Il rifiuto della disciplina come momento correttivo – educativo
  • La rimozione del sacrificio nella vita quotidiana e nel lavoro
  • I ruoli familiari sono diventati più sfumati e a volte ambigui
  • I giovani, condizionati dai media e tv spazzatura, fanno fatica a rapportarsi con l’autorità perché non ne riconoscono il ruolo o perché gli stessi adulti non sono all’altezza del compito – missione educativa
  • La famiglia colpita dalla postmodernità ha creato deterioramenti nei valori fondanti la stessa, per cui ne sfociano le unioni libere, i divorzi facili, l’aborto legalizzato, i problemi legati alla biogenetica, la creazione di altre figure inerenti la coppia uomo/donna….l’emarginazione dei malati e l’eutanasia
  • Il vuoto valoriale per mancanza di ideali e testimoni
  • L’uso e l’abuso di alcool, stupefacenti e droghe leggere

RIFLESSIONI SULL’EDUCARE

La famiglia è una realtà sociale e culturale, sotto l’influsso e il modello dell’humus della cultura in cui vive, respira e si muove. È una matrice che trasferisce in modo capillare stili di vita, comportamenti, valori. Parlare oggi di educazione equivale a porsi di fronte ai valori: il cammino verso di essi è pur sempre cultura, il cui canale principale è l’educazione formale ed informale. L’educazione ai valori ha l’obiettivo di offrire all’alunno la chiave della sua esistenza, difficile da incontrare e realizzare in ambiti di una società in crisi. La secolare saggezza del nostro Carisma calasanziano intuisce costanti che non possono mancare nella nostra educazione calasanziana qui e ora, specialmente alla grande stima e dignità della persona umana. In una società secolarizzata, dove si vorrebbe una forma di EGUALITARISMO confuso e indistinto, bisogna chiarire ogni ambiguità per aprire cammini percorribili e formulare aspettative concrete nei giovani. In questo contesto, il genitore è il primo referente responsabile dell’Educazione, è un suo diritto-dovere e questo per non creare confusione nei ruoli. Il processo educativo dei genitori deve armonizzare gli aspetti affettivi con quelli di responsabilità in un sano equilibrio psico-fisico dei figli. Alcuni genitori dicono di essere “amici dei figli”…. Orrore…palese rigurgito di immaturità adolescenziale, tutto questo non aiuta nessuno! Genitori ed educatori faticano a distinguere il bene da farsi ed il non bene – male da evitare e correggere. Per salvaguardare l’equilibrio tra gli aspetti affettivi ed etici – responsabilità – non è sufficiente lo “stile educativo” ma sono molto importanti i contenuti. Certamente non inculcare uno stile in cui bisogna vivere la giornata, ma formare ed aiutare i discenti a un progetto di vita reale e concreto ed orientarsi verso i valori che danno una felicità che dura lungo tutta la vita. È compito arduo far amare tutto ciò che vale veramente perché duraturo in una cultura del “mangia e fuggi”. Educare alla passione per tutto ciò che è bello e buono…”La bellezza salverà il mondo”….solo così la famiglia, la scuola, diventano fonte di benessere e di promozione umana e culturale. La Scuola dopo la famiglia, fornisce le basi per la crescita umana e culturale, per la formazione sociale dei giovani. Oggi c’è un rischio che la scuola come istituzione educativa si trasformi in un Supermarket dell’offerta formativa…. Ecco perché son convinto che la scuola non debba limitarsi a fornire solo “competenze funzionali” alle richieste del mercato e del lavoro.  Nella scuola deve svilupparsi quella vivacità culturale, che ha come obiettivo la formazione integrale, il saper critico, l’attenzione ai saperi, valori umani e sociali, l’apertura al trascendente e l’edificazione del bene comune. La scuola, intesa come comunità educante, deve fornire ragioni di vita e di speranza, che eviti l’improvvisazione, la frammentazione del sapere e l’invasione di campo nei confronti delle altre “agenzie educative”, famiglia, associazioni, parrocchia. Oggi i ragazzi e giovani tendono ad aggregarsi, per trovare occasioni d’incontro nei cosiddetti “non luoghi”: strada, muretto, scalinata, stadio, palestra, discoteca…perché risultano “poco impegnativi” e lontani dall’invadenza degli adulti. Questo mette in crisi le istituzioni tradizionali, famiglia e scuola, che si dimostrano incapaci di coinvolgere, motivare e favorire le relazioni dei giovani (costruttive e positive). Ecco lanciata la sfida, cui la scuola deve rispondere attraverso il ruolo INSOSTITUIBILE degli educatori…religiosi e laici…uomini e donne. A questi, la società e la politica devono restituire e riconoscere il ruolo primario e la funzione delicatissima: far emergere le potenzialità di ogni bambino – alunno (EDUCARE) curare di ciascuno il percorso di interiorizzazione e di autoformazione, potenziare la disponibilità all’ascolto e all’insegnamento individualizzato-personalizzato.

I MISSIONARI DELL’EDUCAZIONE: I PADRI SCOLOPI

La missione e vocazione dei Padri Scolopi è sempre stata ed è quella di incarnare il carisma calasanziano, di essere missionari dell’educazione integrale di uomini e donne, buoni cittadini e veri cristiani. A noi docenti e maestri spetta annunciare e promuovere oggi un uomo nuovo, una società più abitabile, una Chiesa che metta avanti i valori della cultura, nel creare una scala di valori che convergano in un luogo di fede – cultura – vita. I padri Scolopi sono sempre partiti dal presupposto che la formazione ed educazione dell’uomo cominci dalla testa, cioè dalla conoscenza per via persuasiva – propositiva. Inoltre, l’educazione integrale sia un processo che richieda “la pazienza dei tempi lunghi” ed un progetto capace di entrare anche nel quotidiano e nel vissuto dei ragazzi, per dare un senso alla loro fatica di ogni giorno. Il padre scolopio, cooperatore della verità oggi più che mai deve essere un trait d’union tra le varie richieste urgenti nel campo educativo sia esso nell’ambito scolastico sia esso in altri ambiti di presenza ed operosità calasanziana (centri, parrocchie, chiese…). Da sempre lo scolopio, che testimonia il carisma calasanziano, si presenta come docente – educatore dotato di sapiente autorevolezza che instaura rapporti umani basati sul dialogo e sulla fiducia reciproca. Nelle scuole e centri educativi, lo scolopio è una persona di cui ci si può fidare sul piano umano, culturale e spirituale ed è competente nelle sue discipline oltre che essere ricco di onestà intellettuale e morale. Per questo oggi più che mai in una società, in pieno mutamento, complessa e globalizzata, tutti i cooperatori della verità, noi e voi siamo chiamati in prima persona:

  • Ad educare alla differenza nella differenza
  • A mettere i valori umani alla base dell’educazione (libertà, giustizia, solidarietà, responsabilità, dignità umana, partecipazione) per promuovere un nuovo umanesimo cristiano
  • Ad educare ad essere cittadini del mondo, coniugando cultura locale e globale, identità e differenze
  • Formare il cittadino alla convivenza democratica, da protagonista attivo e responsabile
  • Garantire una maturazione integrale della personalità umana dell’alunno in tutti gli aspetti (cognitivi, affettivi, morali, estetici, religiosi e spirituali)
  • Favorire il dialogo tra generazioni, il primato della cultura, l’educazione, la solidarietà, il senso progettuale della vita, la dignità del domani e della propria esistenza, il valore della trascendenza
  • Con questi capisaldi, la scuola sarà sempre più il luogo dove è bello, gioioso e sereno andare, incontrarsi, lavorare assieme con un progetto chiaro e preciso e che ci identifica nei contenuti

San Giuseppe Calasanzio in una lettera (n° 4039 del 27/09/1642) scriveva:

“Li nostri padri devono tenere cura grande delli scolari e farli devoti non solo con l’insegnarli nelle scuole le lettere e la dottrina cristiana, ma con farli frequentare li oratori et in essi li santissimi sacramenti, sichè se li scolari conosceranno questo zelo nelli nostri religiosi, s’affezioneranno di più al nostro Istituto.”

CONCLUSIONI

In una società democratica caratterizzata da un avanzato pluralismo culturale e politico, i padri scolopi, ispirandosi all’intenzione educativa del fondatore, si propongono di collaborare alla formazione integrale della persona umana sia esso bambino, ragazzo, giovane o adulto! Questo in modo privilegiato attraverso la scuola, l’insegnamento, dove si favoriscono e promuovono la formazione e l’emancipazione dai condizionamenti quali l’ignoranza o il sapere acritico e superficiale e a volte massificante. I padri si propongono di realizzare la sintesi tra cultura e fede, tra fede e vita quotidiana. Il carisma calasanziano con i suoi criteri, idee, finalità nonché coi suoi protagonisti, genera una società più giusta e culturalmente aperta ai valori che permeano l’uomo nella sua integrità. Il centro e fine dell’opera educativa per noi scolopi è l’uomo nella sua crescita integrale e nello sviluppo della sua personalità. Per questo puntelliamo alcune nostre finalità specifiche educative tratte dal nostro carisma e che sottolineano con forza la promozione della maturità affettiva e culturale, la responsabilizzazione ad un impegno personale e collettivo, la preparazione ad una società in trasformazione, l’educazione al pluralismo ideologico e culturale, lo sviluppo di una visione cristiana del mondo, l’orientamento delle scelte di vita, di professione per costruire una società più giusta  e solidale. Ma perché ci sia un efficace raggiungimento di questi obiettivi, sono indispensabili la piena collaborazione dell’intera comunità educante (scuola e famiglia) ed un serio e costruttivo rapporto tra agenti dell’educazione. Oggi il nostro compito è più che mai arduo e impegnativo, come il lievito nella pasta, come il vino nuovo in otri nuovi, anche perché è diminuito il personale religioso, ma non meno però, l’entusiasmo, per creare una società migliore sulla scia dei grandi valori umani e cristiani che hanno fondato e caratterizzato la nostra civiltà europea e mondiale. E nasce in noi un rinnovato impegno come progetto permanente educativo: illuminati da Maria Madre delle Scuole Pie, spinti dallo zelo missionario del Calasanzio e da altri Scolopi che ci hanno preceduto, vivere e incarnare il nostro carisma alla luce del Vangelo e a partire dal nostro motto Pietà e Lettere quale cammino unico per creare uomini nuovi a immagine di Gesù per mezzo dell’educazione umano – cristiana.

Padre Andrea Melis

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