Incontro dei giovani studenti Scolopi d’Europa

Dal 2 al 4 maggio 2025, si è svolto a Roma l’annuale Incontro degli studenti in formazione iniziale nella Circoscrizione Europea, sul tema Pellegrini di Speranza. Hanno partecipato studenti dalle province di Betania, Catalogna, Emmaus, Italia, Polonia, Slovacchia e Ungheria. Per la Provincia Italiana, hanno partecipato all’incontro il formatore degli studenti padre Claudio Marinucci, il professo semplice Gennaro Patrone e il prenovizio Antonio Ciaramella.

Le tre giornate si sono aperte con la messa presieduta da padre Claudio Marinucci, presso il Collegio Nazareno. A seguire, dopo le presentazioni dei partecipanti, padre Carles Gil, Assistente Generale per l’Europa, ha introdotto il tema principale della speranza. Nell’intervento, padre Carles ha tenuto a sottolineare come sia importante ritrovarsi come circoscrizione europea: il primo frutto dell’incontro è l’incontro stesso, non si può più pensare di agire da singoli, abbiamo bisogno di camminare insieme come fratelli; pensare e conversare insieme moltiplica i pensieri; è stata inoltre ribadita l’importanza di essere audaci, coraggiosi come il Calasanzio per reinventare e migliorare le nostre presenze e la necessità di fare sempre un accurato discernimento, basato su preghiera e ascolto degli altri. La modalità di lavoro è stata, pertanto, sinodale e ispirata al Sinodo della Chiesa universale. Si è riflettuto in gruppi su due domande: come le Scuole Pie sono significative? Cosa devono fare per avere vita domani? Tra le risposte l’intima relazione con il Signore, la fedeltà al carisma nella vita concreta, la pastorale giovanile, la formazione dei laici, l’agire sinodale, il coraggio, l’ascolto e l’accompagnamento premuroso dei bambini, la preghiera e, in essa, il ricordo dei volti dei bambini, il fidarsi dei giovani per catechizzare i più piccoli e l’ascolto dei padri più anziani, l’accompagnamento dei giovani sacerdoti… Nel pomeriggio, catechesi dal titolo “La vita come un pellegrinaggio”, a cura di padre Javier San Martin, formatore della Provincia di Emmaus. La vita è un pellegrinaggio: ha un punto di partenza, frecce gialle che indicano la strada (come quelle del cammino di Santiago), necessita di un bagaglio leggero, attraversa deserti, a volte ha bisogno di un riorientamento e ha una destinazione. Ogni partecipante ha poi riflettuto da solo per 30 minuti sulle seguenti domande, circa le varie tappe del pellegrinaggio di vita: 1. Dove sei nel cammino della tua vita? Cosa ti si è rivelato di te stesso in questi anni di formazione calasanziana? Quali sono le scoperte più importanti su chi tu sei? 2. Quali esperienze o incontri sono stati per te come frecce gialle che hanno orientato il tuo cammino? 3. Per avere un bagaglio leggero devo sbarazzarmi di… 4. Lo spirito del male cercherà di tentarti per spingerti a mollare, invece lo spirito buono ti condurrà a discernere di quali cambiamenti hai bisogno nel tuo cammino, come ciò influenza i vari ambiti della mia vita (missione, comunità, preghiera…)? 5. A volte la vita ha bisogno di dei momenti di stop in cui fermarsi e riflettere, cosa ritieni importante per fare un buon discernimento? Quali sono gli ingredienti chiave di un buon discernimento? Il Calasanzio ci fornisce sei indizi… 6. Come definisci la destinazione della tua vita, il senso ultimo di ogni passo e decisione che fai? Sant’Ignazio, a tal proposito, prima di ogni banale azione quotidiana si chiedeva: “perché lo faccio?”, cioè qual è la motivazione, il fine ultimo di ogni mia azione? In seguito, gli studenti hanno condiviso insieme, in piccoli gruppi e, poi, in plenaria le risposte personali fornite. In serata, visita al Nazareno, a cura di padre Claudio Marinucci.

La mattinata del secondo giorno è stata dedicata alla visita delle 4 Basiliche maggiori (San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura), con cenni alla presenza calasanziana. Padre Grzegorz Misiura, formatore degli studenti della Provincia di Polonia, ha preparato delle preghiere da recitare per ognuna di esse: gli studenti hanno è pregato per il dono dell’obbedienza, nello spirito del Calasanzio, perché Cristo sia il centro della loro vita, possano essere fedeli a Lui come l’Apostolo Giovanni e imparare a “fargli spazio” come Giovanni il Battista, si preparino nella giusta maniera alle missioni che li aspettano, sulle orme di Paolo; dinanzi all’icona della Salus Populi Romani, hanno rinnovato i voti o espresso il desiderio di emetterli presto; sono stati affidati al Signore tutti i bambini, studenti e benefattori dell’Ordine. Nel pomeriggio, visita per la città, ripercorrendo la storia delle prime scuole del nostro Fondatore (Santa Dorotea, S Andrea della Valle, piazza del Paradiso, San Pantaleo), a cura di padre Angel Ayala, postulatore generale; particolarmente significativo è un affresco nella chiesa di Santa Dorotea, che rappresenta il Calasanzio nell’atto di coprire con il suo mantello un bambino nudo, gesto simbolo della missione a cui siamo chiamati. Durante il percorso, ci si è anche soffermati sulla conversione del Venerabile Glicerio Landriani, presso la chiesa di Santa Maria dell’Orazione e Morte. L’itinerario è culminato con la visita guidata della chiesa e della casa di S Pantaleo, a cura di padre Ciro Guida, procuratore generale e la messa presieduta da padre Javier San Martin. La serata è, poi, proseguita con animazione e canti sulla terrazza di San Pantaleo.

Nel giorno di domenica, l’incontro ha avuto luogo, presso i saloni della parrocchia San Francesco d’Assisi a Monte Mario, in cui padre Tamás Serenyi, maestro dei novizi della Provincia di Ungheria, ha tenuto una catechesi dal titolo “Portatori di speranza”. Stiamo vivendo il Venerdì Santo del mondo: guerre, cambiamenti climatici e i nostri alunni lo sentono, difatti aumentano i disagi psicologi e psichici tra i giovani; ci sentiamo come i discepoli di Emmaus, ci sembra di non avere speranza e, anche nella storia del nostro Ordine, che è stato “soppresso”, sappiamo bene cosa significa vivere il Venerdì Santo; anche tutto il popolo di Dio conosce questa condizione, basti pensare alla distruzione del tempio di Gerusalemme, eppure Dio per mezzo di Geremia, incoraggia il suo popolo: “Io conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo -oracolo del Signore-, progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza” (Ger 29,11). Per essere portatori di speranza, non si può né chiudere gli occhi davanti al male, né concentrarsi solo su di esso, occorre avere il punto di vista di Dio, come il Cristo di Dalì, ispirato a un disegno di San Giovanni della Croce. Dobbiamo portare speranza lì dove manca, come fa Gesù con i discepoli di Emmaus. Si è poi riflettuto in gruppi su come siamo portatori di speranza nelle nostre province. In seguito, gli studenti hanno partecipato alla celebrazione eucaristica delle 11; dopo la celebrazione, tempo libero per una partita di calcio. Nel pomeriggio breve visita alla comunità del Calasanctianum e saluti.

Ringraziamo il Signore per il dono di queste giornate trascorse insieme, per le tante amicizie strette e per la luce e la speranza che abbiamo potuto toccare con mano.

Prenov. Antonio Ciaramella

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