P. ANDREA BARETTO

1912 – 1999

Consueta memoria Patris Andreae Baretto ab Immaculata Conceptione (1912-1999), ex Provincia Liguriae.

Sono stati, i suoi, 87 anni di vita, di cui 65 da sacerdote. Nato nel basso Piemonte, a Vinadio (Cuneo 23-01-1912), il più piccolo di 12 fratelli, alcuni morti in tenera età, altri falcidiati nel 1918 dalla «spagnola». Un primo tentativo di realizzare la sua vocazione lo fece in Seminario. Ma quella vita era troppo gravosa per la mamma che lo visitava ogni sabato per portargli qualcosa da rendere più appetibile il pane. Degli Scolopi in transito gli fecero conoscere il Seminario di Ovada della Provincia Ligure. Vi entrò a 15 anni trascorrendovi anni di buona scuola e di profonda pietà. Nel 1927 vestiva l’abito religioso scolopico. Veniva ordinato sacerdote poco dopo compiuti i 22 anni (1934).

Gli studi teologici e filosofici li ha compiuti nel Seminario di Firenze. Conseguì 2 lauree, rispettivamente in Teologia all’Università Pontificia Gregoriana di Roma e in Lettere alla Cattolica di Milano dove superò pure la prova di abilitazione all’insegnamento. Insomma, I’immagine dello scolopio perfetto: un religioso disponibile a fare scuola o a qualsiasi altra attività propria delI’Istituto. Volendo usare un paradosso si sentiva più a suo agio come sacerdote che come uomo di scuola. Pietas et litterae, sì, litterae, però profumatissime di pietas. Questa sua «pietas» venne adeguatamente messa a frutto. Fu nominato infatti, a varie scadenze, Maestro dei Chierici e loro insegnante di Morale e Maestro dei Novizi. Non fu tuttavia da meno come docente di Lettere: sia a Monte Mario che a Genova Cornigliano. All’occorrenza, disponibile com’era, esercitò anche le funzioni di Economo a Chiavari. Sempre a Chiavari (dove fu anche Rettore), trovò la sede più idonea per esercitare la prediletta attività pastorale. Mite di temperamento, fece uso delle sue doti naturali per insinuare dolcemente i dettami della vita cristiana e religiosa. Sembrava che avesse la vocazione dell’esortatore spirituale provocando, talvolta, sporadiche reazioni di fraterna insofferenza, ma senza che mai si scoraggiasse o demordesse. Ma non zelante soltanto nei confronti degli altri: ebbe infatti una sua personale linearità etico-religiosa che, in ultima analisi, lo impose come scolopio esemplare. Bastava ascoltarlo pazientemente, non si offendeva nemmeno di fronte a reazioni di dissenso: pronto sempre a ricominciare con immutata e sorridente tenacia. II suo stile pastorale poteva forse non piacere a quanti non trovavano particolarmente «à la page» le sue esortazioni, ma era invece efficace presso il popolo dei credenti. Ne sanno qualcosa i Chiavaresi che hanno ammirato in lui il Padre spirituale ed il confessore. Passava intere giornate in Chiesa, sempre pronto ad accogliere, ad ascoltare. In Comunità, ove era cordialmente accettato, suscitava talora momenti di scherzosa contestazione per quel suo esortare in continuazione. Al di là, però, delle comprensibili punte di amichevole ironia, a prevalere era decisamente la stima per le sue indiscusse virtù religiose.

Andrea Baretto non è passato invano; la sua costante serenità, fondata su di una incrollabile fede, ci lascia un soave ricordo. Ricordo che, biblicamente, è autentica «memoria»: tale cioè da sollecitare nei confratelli che lo rammentano stimolo ad una degna vita religiosa. E, se non erro, il primo scolopio ligure a morire durante un Capitolo provinciale (30-04-1999, a Genova-Cornigliano, ore 8.15). Ha così avuto modo di rivedere tutti prima del grande passo. E non è detto che non abbia offerto la sua vita per l’avvenire dell’Ordine scolopico e della Provincia che tanto amava. «Figlioli, vivete nella gioia, andate d’accordo, siate in pace con tutti. E Dio sarà con voi. Vi saluto, uno a uno, con un fraterno abbraccio». Grazie, Padre Andrea! R.i.p.

B. LEQUIO – D. CASATI, Sch. P.

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